lunedì 17 settembre 2012

Flower of Scotland


Io sono un'amante delle atmosfere "da brughiera", quelle con nebbie a mezza costa, pioggerelline gentili o pioggerellone sferzanti e in Scozia mi son trovata come un topo nel formaggio (Crowdie, ovviamente!), luoghi sfacciatamente turistici compresi.
Ho sospirato d'amore sugli incroci del tartan, ho devotamente solcato le scure e minacciose acque dei Loch (Ness incluso) e ho avuto un fremito d'orgoglio nel vedere le rovine dei castelli entrati a viva forza nella saga cinematografica di Highlander perchè mi son sentita a casa, pur non conoscendo la differenza fra single o blended whisky (cosa assai grave per una scozzese nell'animo) e non mi sono mai sentita abbastanza coraggiosa da assaggiare l'haggis (non fatelo. Neanche se siete coraggiosi.).
In tempi non sospetti, prima cioè del successo universale de "Il Codice da Vinci", sono andata a vedere Rosslyn, cappella e maniero, e l'ho fatto in totale solitudine (a metà ottobre, in Scozia, la solitudine può essere un filino inquietante) cosa che ora, mi dicono, si possa fare difficilmente.
 
Mi piace la Scozia, c'è poco da fare. Mi piace ogni chilometro di strada che c'è tra Edimburgo e Inverness, ogni castello in rovina nel quale ha dormito William Wallace e anche quelli nei quali non ha dormito; mi piace così tanto che son disposta a credere ai fantasmi e ad asserire di averne intravisto qualcuno anche senza l'ausilio di un single malt;  mi piace la pacata frizzantezza del Royal Mile, e  la severità delle guardie reali che, durante il cambio, suonano la cornamusa. E mi piacciono anche le cornamuse e ho perfino comprato alcuni CD ...in fondo, come dicono qui, "chi paga il musicista, sceglie la musica".

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